II mondo ambidestro

Vannacci oggi sta al nostro tempo come Grillo stava all'Italia di 10-15 anni fa, ma con un grande ma: Grillo era qualcosa di davvero nuovo, un outsider che ha sfondato perché nessuno aveva il coraggio di dirlo. Vannacci invece è solo un altro che dice le solite cazzate, ripetendo quello che tanti altri già sparano da anni. Eppure, una parte di elettorato si fa piacere questa roba, come se la ripetizione diventasse verità. Ma non è così. Anche se gli applausi ci sono, le sue parole restano cazzate, niente di più. La differenza con Grillo è che quest'ultimo, come Berlusconi e Bossi, era un vero "rottamatore" nel senso che faceva saltare i vecchi schemi, mentre Vannacci si inserisce in un filone già trito e ritrito: quello della Meloni e di Salvini. Sono già in tanti a riempire quel campo, lui che si crede furbo è solo uno dei tanti che si infilano dove c'è successo. Se poi Salvini e Meloni vanno a picco, magari qualcuno si rivolgerà a Vannacci, ma non è che vedremo il crollo totale di tutto il centrodestra, eh. Vannacci ha evitato di lanciarsi con un proprio movimento perché sapeva che sarebbe stato un fallimento, quindi si è attaccato al carro di un partito già esistente, con l'illusione che magari qualche frammento dei Leghisti di Salvini potrebbe cadere nella sua rete. Ma quando c'è una classe dirigente che governa regioni da decenni, come Veneto o Friuli, lui non ha chance, è solo un chiacchierone in più.

Bossi ha avuto il coraggio di sfidare il consociativismo e anticipare Mani Pulite, Grillo ha fatto lo stesso contro un sistema che ormai sembrava una commedia del centrosinistra e centrodestra. Vannacci? Dice la stessa roba che sentiamo da anni nel centrodestra, ma con una lingua più volgare. E francamente, a parte l'effetto mediatico, non vedo nulla di nuovo o di interessante. Un altro che riempie sale e vende libri, ma non vedo dove potrebbe arrivare. È più un fenomeno da baraccone che altro.


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