Dove "stai" andando?
Immagina una mattina come tante altre: ti svegli con la testa piena di pensieri, una lunga lista di cose da fare e un mondo che sembra chiederti sempre più. La frenesia della vita quotidiana è il primo ostacolo, ma è anche il contesto in cui si manifesta il nostro bisogno di connessione. La metropolitana è affollata, il traffico non sembra mai fermarsi, eppure ci sono momenti in cui, anche in mezzo alla folla, senti che ci deve essere qualcosa di più. Forse è il semplice scambio di uno sguardo con un passante, o una conversazione con un collega, che ti fa sentire che non sei veramente solo. In questi piccoli incontri, si nasconde la risposta alla domanda che ti sei posto: "Dove sto andando?" Non c’è una meta precisa, ma una sensazione di appartenenza, di cammino condiviso, che ti fa sentire parte di qualcosa di più grande.
E così, giorno dopo giorno, ti rendi conto che la vita non è solo una corsa verso una meta finale, ma è fatta di momenti in cui ci troviamo fianco a fianco con chi sta cercando, proprio come noi. Non sempre sappiamo dove ci porterà il nostro cammino, ma possiamo scegliere di accompagnarci reciprocamente. Forse non siamo Superman, né eroi destinati a cambiare il mondo, ma possiamo essere il rifugio per chi si sente perso. E talvolta, è proprio questo il senso di appartenenza che cerchiamo: non avere tutte le risposte, ma essere presenti, ascoltare, condividere.
Quante volte ci capita, durante una pausa, di scambiare qualche parola con un amico o un collega e rendersi conto che anche quella breve conversazione ha avuto un peso? Quante volte, quando ci sentiamo stanchi, l'ascolto di qualcun altro, anche solo per un momento, riesce a darci quella forza che pensavamo di non avere? È nei gesti semplici, nelle parole non dette, che si trovano spesso le risposte più importanti. Non è necessario avere la soluzione a tutti i problemi, né la certezza che il nostro percorso sia perfetto, ma basta sapere che non dobbiamo affrontarlo da soli. La vita ci invita a non nasconderci, a non cercare di essere sempre invincibili o perfetti, ma ad accettare la nostra vulnerabilità e quella degli altri, costruendo insieme qualcosa di più grande.
A volte, è proprio questa compagnia, questo semplice essere insieme, che dà un senso alla ricerca. In ogni passo, anche in quelli più incerti, c’è un messaggio nascosto: "Dove sei tu, lì voglio essere." Non si tratta di una ricerca egoistica o di un bisogno di possedere, ma di una connessione che va oltre le parole, che non ha bisogno di grandi gesti per manifestarsi. È la quiete che troviamo nelle piccole cose, nel sapere che possiamo fermarci, riposare e ripartire insieme, pronti a affrontare un nuovo giorno, più forti di prima.
E mentre la vita ci porta avanti, senza mai fermarsi, è importante ricordare che, anche se non abbiamo tutte le risposte, la ricerca di un posto dove essere, dove sentirsi a casa, è una ricerca che non dobbiamo compiere da soli. Non importa quanto lontano sembriamo essere da casa, o quanto il nostro cammino sembri oscuro e incerto, perché in fondo, è nella condivisione delle nostre incertezze che ci troviamo veramente, e nei momenti in cui ci sosteniamo a vicenda che il viaggio prende un significato profondo. Forse, alla fine, la risposta alla domanda “dove stai andando?” non è mai nel destino, ma nella compagnia che scegliamo lungo il cammino.
E così, la ricerca del nostro posto nel mondo continua, un passo dopo l'altro, spesso senza una mappa precisa. Non c’è mai una risposta definitiva, un luogo che ci faccia sentire finalmente "arrivati". Ma è in questa continua incertezza che risiede una delle più grandi verità dell'esistenza umana: forse non siamo destinati a trovare un "porto sicuro", ma solo una serie di approdi temporanei, dove ci rifugiamo, riprendiamo fiato e poi ripartiamo, più consapevoli, ma mai davvero giunti alla fine del viaggio.
Tuttavia, se possiamo prendere una lezione dalle più sofisticate opere filosofiche e letterarie, si può osservare che la domanda stessa "Dove stai andando?" è, in fin dei conti, un tentativo elegante di coprire l'inevitabile vuoto dell'incertezza. È come quel classico interrogativo che ci rivolgiamo nei momenti di crisi esistenziale, quando tutto sembra crollare, ma alla fine è la risposta che è davvero interessante. Non è tanto dove stiamo andando, ma come ci facciamo andare. E, come suggerirebbe un semiologo con la barba, possiamo forse concludere che la "meta" in questione non è altro che un segno, un simbolo che il nostro inconscio desidera decifrare, come se fosse un messaggio in codice segreto scivolato sotto la porta della nostra mente. Un po' come quando, alla fine di una lunga giornata, guardiamo il nostro cellulare, pieno di notifiche, e ci chiediamo: "Dove sono i miei pensieri?" Ma rispondere sarebbe troppo facile.
E qui entra in gioco l'elemento ironico di questa ricerca esistenziale, che non è altro che una danza fra il serio e il faceto. Dopo tutto, in un mondo dove tutti sembrano correre verso traguardi irraggiungibili, cosa potrebbe esserci di più rivoluzionario che fermarsi un attimo e ammettere, con una smorfia di rassegnato divertimento, che non abbiamo idea di dove stiamo andando? Forse, al termine di una vita vissuta all'insegna di domande senza risposta e risposte che non ci soddisfano mai, possiamo finalmente accettare che la nostra vera "meta" è quella di non essere mai troppo seri riguardo alla ricerca di una meta stessa. E se tutto fallisce, almeno possiamo consolarci con una tazza di caffè, che, dopotutto, è il rifugio più simile alla risposta universale che abbiamo trovato nella nostra vita frenetica: “Dove sono andato? Boh, ma intanto mi godo il mio cappuccino.”
In definitiva, forse la domanda non è "Dove stai andando?", ma "Cosa stai facendo mentre ci arrivi?". Perché se c’è una costante in tutto questo processo, è che la vita – per quanto insensata e imprevedibile possa sembrare – ha un umorismo che merita di essere apprezzato. Sì, possiamo continuare a chiederci se siamo sulla strada giusta, ma nel frattempo, ci resta il piacere sottile di sdrammatizzare, di fare qualche passo con il sorriso e di ricordarci che, a volte, le risposte più profonde non sono quelle che troveremo, ma quelle che continueremo a cercare. E se per caso ci perdiamo lungo la strada, beh, probabilmente è proprio lì che stiamo andando.
Fr.Ammenti
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