La Champions League della Giustizia Politica: Chi Ha il Processo Più Grande?

Benvenuto nella Champions League della Giustizia Politica, il torneo che nessuno voleva, ma che tutti, naturalmente, non vedono l'ora di vincere. Qui non si gioca a calcio, si gioca con le leggi, i processi e, ovviamente, con i destini politici. Ogni politico è un campione in attesa di conquistare il titolo di “Leader più in difficoltà legale”, e tutti hanno un solo obiettivo: far parlare di sé, mentre, nel frattempo, cercano disperatamente di sfuggire a qualche accusa imbarazzante. E chi vince? Ovviamente, è sempre chi riesce a trasformare il tribunale in una passerella mediatica. Quindi preparatevi a conoscere i veri contendenti di questa non ufficiale Champions, dove la legge è solo uno strumento per farsi notare.

Girone 1: Marine Le Pen – La Reginetta del Sovranismo con il Tesserino di Giudice
Ebbene sì, la Francia è di nuovo il palcoscenico dove Marine Le Pen fa il suo debutto. Con un sorriso che non si scolla mai dal volto, è già a metà strada verso il tribunale, accusata di usare fondi pubblici per scopi privati. Ma, non temete, non è una semplice giocatrice: è una maestra nel gioco dell’attacco. Quando i riflettori sono puntati su di lei, sa perfettamente che ogni causa legale è solo una palla da afferrare e trasformare in una dichiarazione di sovranità nazionale. Se il tribunale fosse un campo da calcio, Marine sarebbe quella che, mentre sta per essere espulsa, lancia una dichiarazione sensazionale per guadagnarsi il favore del pubblico. Non è fantastica? E la parte migliore? Si fa passare per una vittima del sistema, come se fosse l'eroina della sua stessa telenovela.

Girone 2: Matteo Salvini – Il Capitano del Processo Legale
E chi non conosce il Capitano Salvini? Se non fosse per lui, questo torneo sarebbe privo di quella giusta dose di dramma legale. Salvini sembra che stia raccogliendo procedimenti legali come se fossero figurine. Ogni causa in tribunale è per lui un'opportunità per mettersi sotto i riflettori, trasformando ogni singolo processo in una battaglia contro il “sistema”. Non è tanto un uomo sotto processo, quanto un uomo in campagna elettorale costante. Il suo motto? "Nessun processo mi ferma!" Perché, vedete, ogni accusa è solo un'altra occasione per far parlare di sé e rispondere con un sorriso che potrebbe far invidia al miglior comico. E chi siamo noi per non apprezzare la sua comicità involontaria?

Girone 3: Viktor Orbán – Il Mago della Legge, o Forse del Contratto di Lavoro?
E poi c’è Viktor Orbán, l’uomo che ha scoperto il trucco per non finire mai davvero sotto processo: cambiare le regole del gioco. Se le leggi europee non gli piacciono, basta riscriverle. Se un processo minaccia di rovinargli la carriera, ecco che arriva una nuova riforma della giustizia, quasi una magia legale che lo trasforma in giudice, arbitro e, naturalmente, il protagonista principale del gioco. Insomma, mentre gli altri si scontrano in tribunale, Orbán è già lì, seduto in poltrona, godendosi il suo spettacolo, con la sua corte legale auto-assegnata. A che serve un tribunale quando puoi essere tu stesso il tribunale? Un vero genio, se ci pensiamo.

Girone 4: Boris Johnson – Il Maestro del "I Have a Party"
Poi c'è Boris Johnson, che ha fatto della disastrosa gestione legale un'arte. Il famoso “Partygate” è il suo cavallo di battaglia, ma invece di sprofondare nella vergogna, per Boris è solo un altro episodio di una serie comica che sta ancora scrivendo. Feste durante il lockdown? Ah, chi se ne importa! In fondo, è solo una società che ha dimenticato come divertirsi. E mentre il mondo intero si chiede come sia riuscito a trasformare una crisi sanitaria in uno show teatrale, lui è sempre lì con una battuta pronta, come se stesse partecipando a una partita di beneficenza. Se ci fosse un premio per il miglior uso di un processo legale come trampolino di lancio, Boris sarebbe il campione assoluto. Ma d’altronde, in politica, la risata è l'arma migliore.

Girone 5: Emmanuel Macron – Il Giocatore Immacolato con il Fiato Sospeso
E infine, c'è Emmanuel Macron. Il povero Macron, sospettato da alcuni di essere talmente “politicamente corretto” da non riuscire mai a fare nulla di sbagliato. Sospettato anche di essere talmente abile nel giocare in difesa da evitare ogni processo, è sempre in bilico, come un acrobata su un filo. Eppure, per quanto sembri impeccabile, non c'è niente di più pericoloso di un leader che sembra troppo pulito per essere vero. Perché, in questo gioco, non puoi mai stare troppo tranquillo. Macron, non abbassare la guardia, perché il prossimo giro potrebbe essere il tuo! La politica è più crudele di un tribunale, e nessuno lo sa meglio di lui.

Conclusioni: Il Processo è il Nuovo Sport Nazionale
Ecco come va il gioco. Mentre i nostri eroi europei si scontrano in tribunale, lo spettacolo continua, ma la vera vittima, come sempre, è la verità. Nessuno vince, perché tutti giocano con la legge, manipolando i fatti a proprio favore, e mentre ci divertiamo a vederli trasformare il tribunale in un palcoscenico, dimentichiamo che, alla fine, il gioco è sempre lo stesso: fare leva sulla legge per legittimare il proprio potere e, naturalmente, sfoderare un sorriso che ci fa chiedere: “Ma, davvero, ci crediamo tutti?”


Fr.Ammenti

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