Pigrizia ben camuffata

"È bello ciò che piace"
Frase tipica degli ignoranti, perché la comprensione di una cosa universalmente "bella" richiede gli strumenti per capirla.
Ciò che più piace è legato all'immediatezza.
La classifica dei libri più venduti (senza nomi né polemica) rispecchia la pigrizia popolare.
Stesso discorso vale per la musica, l'arte, ecc
"È bello ciò che piace", giusto? Una perla di saggezza, perfetta per chi preferisce un tasto "mi piace" piuttosto che farsi esplodere il cervello con pensieri complessi. Perché impegnarsi, quando puoi farti trascinare dal fascino irresistibile del primo libro in classifica, tipo "Come essere felici mangiando senza masticare"? (Titolo inventato, spero vivamente non esista davvero).
Nella musica: perché mai dovresti sforzarti di capire Chopin quando puoi goderti il ritmo ipnotico del "tormentone estivo", che non smetti di canticchiare nemmeno sotto la doccia? C'è qualcosa di speciale nel ripetere in loop "Baby, baby, baby oh", un capolavoro lirico che ha sicuramente richiesto anni di ricerca poetica.
E nell'arte? Il vecchio Leonardo, con le sue prospettive e chiaroscuri, può benissimo farsi da parte. Molto meglio una bella banana appiccicata al muro con lo scotch: provocazione, innovazione, genialità. E che importa se il tutto dura meno di una settimana? Il valore sta nell’immediatezza!

Nella fotografia: tra una fotografia bella e una fotografia buona, un concetto che manda in crisi gli aspiranti artisti dei social media, armati di filtri vintage e hashtag poetici.
La fotografia bella è quella che ti fa dire: "Wow, guarda che colori!", "Che tramonto mozzafiato!"... Certo, la composizione? Un disastro. La luce? Presa da un angolo che sembra scelto per rendere il soggetto il più informe possibile. Ma chi se ne importa... Aggiungi un filtro seppia e il gioco è fatto. Il bello, in fondo, è soggettivo!
E poi c’è la fotografia buona, che magari non ti fa sgranare gli occhi all’istante, ma c’è qualcosa, un non so che, che ti costringe a guardarla più a lungo. È ben composta, la luce è studiata, c’è un equilibrio tra il soggetto e lo sfondo che ti fa pensare che, accidenti, chi l’ha scattata sapeva davvero cosa stava facendo.
In definitiva, la fotografia bella è come quella persona che ha sempre la battuta pronta (a sproposito): ti fa ridere sul momento, ma quando esci non ti ricordi nemmeno di cosa avete parlato. La fotografia buona, invece, è come il tipo silenzioso nell’angolo: non attira subito l’attenzione, ma più ci pensi, più capisci che forse aveva qualcosa di interessante da dire.

Ora, con la dovuta ironia, è chiaro che la vera bellezza, quella autentica, richiede ben altro: studio, impegno, esperienza e motivazione...e disciplina. Proprio così, la bellezza non è una cosa da pigri.
Bisogna soffrire, leggere tomi infiniti, ascoltare musica complessa e decifrare quadri che sembrano un puzzle sbagliato. Solo allora si può essere degni di coglierla. E se non ci si riesce, beh, probabilmente non si è abbastanza illuminati (?) e ci si accontenta di quello che si ha (gli strumenti per la comprensione).
In fondo, cosa c'è di più appagante di faticare per anni solo per dire che quello è davvero bello?

La bellezza, dopotutto, è solo una questione di... pigrizia ben camuffata.

Fr.Ammenti

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