Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2025

Sudan: la guerra perfetta. Perfetta per essere ignorata

Il Sudan è in guerra. Ma tranquilli, non preoccupatevi: è una guerra comoda, silenziosa, invisibile. Una guerra che non disturba. La guerra perfetta. Perfetta perché non ha immagini spettacolari da offrire, niente video di droni in HD, nessun presidente in maglietta militare che parla ai parlamenti europei. Perfetta perché si consuma lontano, in un continente che ci ostiniamo a trattare come un errore geografico. Perfetta perché i morti sono neri, e quindi, diciamolo senza ipocrisie, meno telegenici. Sì, lo so, non si dovrebbe dire. Ma se non lo diciamo, continuiamo a raccontarci la favola dell’informazione equa e solidale. Non è vero. Lo sappiamo tutti: c’è guerra e guerra. C’è la guerra giusta, quella che ci riguarda, quella con le bandiere e i fronti ben definiti, quella che si segue con il fiato sospeso tra un tweet e un’analisi geopolitica da bar. Poi c’è la guerra sudanese: sporca, confusa, priva di eroi e priva di pubblico. Dal 2023, il Sudan è ostaggio di due signori della guer...

Cercare un nemico

Stanno normalizzando la guerra. La stanno ripulendo, rivestendo di parole rassicuranti, vendendola come fosse un investimento ragionevole. Ormai la guerra è diventata come una spesa extra sulla bolletta, una voce nel bilancio statale, una scelta tra cambiare auto o andare in ferie. E chi se ne frega se la Costituzione, nero su bianco, la ripudia. Quel “ripudiare” se lo stanno rigirando come vogliono, svuotandolo di senso, rendendolo un pezzo d’arredamento giuridico buono solo per le cerimonie. Sono tre anni che cercano di convincerci che preparare la guerra significa cercare la pace. È una bugia spacciata per buon senso, utile solo a chi la guerra la trasforma in carriera, potere e profitti. Intanto ci rincoglioniscono. Vogliono farci digerire il riarmo come fosse una scelta tecnica, tipo decidere se ordinare sushi o pizza. Ci rifilano questa follia come se fosse il progresso: carri armati e pale eoliche, insieme nella vetrina del futuro europeo. E Ursula von der Leyen, con lo stesso e...

Eleggeranno un Papa? No, un portavoce del nulla.

Tra qualche giorno si chiuderanno le porte della Cappella Sistina, e dentro ci sarà l’ennesima farsa travestita da sacralità. I cardinali, inamidati come lenzuola fresche di bucato, si riuniranno per scegliere il prossimo Papa.  Dovrebbe essere un successore di Pietro. Sarà, nella migliore delle ipotesi, un pupazzo diplomatico che parla di pace, clima e accoglienza come un qualsiasi segretario dell’ONU con la croce appesa al collo. Altro che Spirito Santo. Dentro quella sala aleggia semmai lo spirito di Machiavelli, quando va bene. Più spesso, quello di un amministratore delegato che deve tenere buoni tutti gli azionisti: americani, africani, progressisti, conservatori, gender-friendly, cinesi, migranti e lobby arcobaleno. Altro che pastorale: è marketing ecclesiastico allo stato puro. I candidati (dati per favoriti) sono un insulto all’intelligenza.  Pietro Parolin: un burocrate in clergyman che fa più sbadigli che sermoni.  Matteo Zuppi: un parroco da talk show, pronto ...

Le guerre non servono a capire, servono a confondere

Ci raccontano sempre la favola dei buoni contro i cattivi.  Ma la realtà non è un film Marvel.  Le guerre non nascono per la libertà, la giustizia o i diritti umani. Nascono per interessi. Soldi, potere, risorse. Punto. Iraq 2003: armi chimiche mai trovate. Risultato? Mezzo milione di morti e una regione destabilizzata. Libia 2011: “intervento umanitario”. Oggi è un campo di battaglia tra milizie e trafficanti. Ucraina? Nessuno parla seriamente di trattative. Si decide prima chi deve vincere. Poi si parla di “pace giusta”. Prendiamo proprio l’Ucraina: i leader occidentali ripetono che finirà solo con una pace giusta. Ma cosa significa, esattamente? Che uno dei due deve essere schiacciato? Che la giustizia sta solo da una parte? È giusto quando il nemico è ridotto in ginocchio e firma quello che gli diciamo noi? No. Quella non è giustizia. È vendetta travestita. La verità è che pace giusta è un’espressione utile a bloccare ogni trattativa. È un modo elegante per dire: “non si t...