Sudan: la guerra perfetta. Perfetta per essere ignorata
Il Sudan è in guerra. Ma tranquilli, non preoccupatevi: è una guerra comoda, silenziosa, invisibile. Una guerra che non disturba. La guerra perfetta. Perfetta perché non ha immagini spettacolari da offrire, niente video di droni in HD, nessun presidente in maglietta militare che parla ai parlamenti europei. Perfetta perché si consuma lontano, in un continente che ci ostiniamo a trattare come un errore geografico. Perfetta perché i morti sono neri, e quindi, diciamolo senza ipocrisie, meno telegenici. Sì, lo so, non si dovrebbe dire. Ma se non lo diciamo, continuiamo a raccontarci la favola dell’informazione equa e solidale. Non è vero. Lo sappiamo tutti: c’è guerra e guerra. C’è la guerra giusta, quella che ci riguarda, quella con le bandiere e i fronti ben definiti, quella che si segue con il fiato sospeso tra un tweet e un’analisi geopolitica da bar. Poi c’è la guerra sudanese: sporca, confusa, priva di eroi e priva di pubblico. Dal 2023, il Sudan è ostaggio di due signori della guer...